Culto dei santi o meglio delle immagini
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Culto significa in generale adorazione di Dio, quindi il nostro culto come forma di adorazione non può essere rivolto ad un essere umano nato da unione tra uomo e donna, neanche se è stato dichiarato santo. Il culto va rivolto allo Spirito divino di Dio, in quanto nostro Creatore e non ad una creatura.
Rendere culto ad un essere umano, anche se è stato giudicato santo ed ha compiuto nella sua vita molti miracoli è sbagliato, anche perché potrebbe essere un operatore d’iniquità.
Noi sappiamo che nella nostra vita viviamo tutti sotto la tentazione del diavolo ed è facile per noi agire contrariamente alla volontà di Dio, dando retta al diavolo e operando l’iniquità.
La seguente affermazione del Signore Gesù ci fa capire questo:
(In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.) Matteo 7,22
Quando il Signore dice “Non vi ho mai conosciuti” è come se dicesse “Non mi avete mai conosciuto”, perché se il Signore vede che la nostra adorazione, venerazione o devozione è rivolta agli idoli materiali e non al suo Santo Spirito divino, questo per Lui significa non riconoscere la sua gloria, rifiutando di adorarlo in Spirito e verità, per come il Signore Gesù ci ha comandato. In questo caso, i molti prodigi compiuti dai così chiamati “operatori d’iniquità”, sono compiuti per la potenza di Satana, che agisce su permissione di Dio per mettere alla prova la nostra fede. Gli operatori d’iniquità sono anche chiamati “empi”; una citazione della Sacra Scrittura in cui ci è stato profetizzato che il diavolo compirà i suoi miracoli ingannevoli è la seguente:
(La venuta dell’empio avverrà nella potenza di Satana, con ogni specie di miracoli e segni e prodigi menzogneri e con tutte le seduzioni dell’iniquità, a danno di quelli che vanno in rovina perché non accolsero l’amore della verità per essere salvati. Dio perciò manda loro una forza di seduzione, perché essi credano alla menzogna e siano condannati tutti quelli che, invece di credere alla verità, si sono compiaciuti nell’iniquità.) 2Tessalonicesi 2,9
Il Signore ci ha dato una delle sue conferme di questa iniquità che noi pratichiamo al tempo del profeta Geremia, mandando la sventura dal cielo sugli abitanti delle città di Giuda e Gerusalemme, per come leggiamo nella seguente parte della Sacra Scrittura:
(«Così dice il Signore degli eserciti, Dio d’Israele: Voi avete visto tutte le sventure che ho mandato su Gerusalemme e su tutte le città di Giuda; eccole oggi una desolazione, senza abitanti, a causa delle iniquità che commisero per provocarmi, andando a offrire incenso e a venerare altri dèi, che né loro conoscevano né voi né i vostri padri conoscevate. Vi ho inviato con assidua premura tutti i miei servi, i profeti, per dirvi: “Non fate questa cosa abominevole che io ho in odio!”. Ma essi non mi ascoltarono, non prestarono orecchio e non abbandonarono la loro iniquità cessando dall’offrire incenso ad altri dèi.) Geremia 44,2
Agendo sempre allo stesso modo è normale che il Signore Gesù ci giudicherà operatori d’iniquità.
La seguente citazione del Vangelo ci fa capire che il culto è legato all’adorazione che dobbiamo rivolgere soltanto allo Spirito di Dio:
(Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto».) Matteo 4,8
Un’altra citazione della Bibbia che ci fa capire che la nostra adorazione va rivolta soltanto a Dio è quella della visione dell’Apocalisse di Giovanni:
(Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. E quando le ebbi udite e viste, mi prostrai in adorazione ai piedi dell’angelo che me le mostrava. Ma egli mi disse: «Guàrdati bene dal farlo! Io sono servo, con te e con i tuoi fratelli, i profeti, e con coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare».) Apocalisse 22,8
Quindi, se un Angelo ha rifiutato l’adorazione da parte di un uomo, pur essendo un Angelo superiore all’uomo, a maggior ragione, un essere umano non può essere degno della nostra adorazione o manifestazione di culto.
Soltanto l’uomo Gesù è degno della nostra adorazione, essendo Lui Figlio di Dio, nato non da unione tra uomo e donna, ma per la potenza di Dio Padre, essendo quindi di natura divina.
Quando noi vogliamo rendere culto ad un uomo giudicato santo realizziamo con le nostre mani un’immagine materiale di quell’uomo, bella o brutta che sia, veritiera o fasulla che sia, per rendere culto e adorare un idolo al posto di Dio, offrendo magari all’idolo anche l’incenso, offendendo la gloria di Dio e provocando all’ira la gelosia del Signore.
Dio, per mezzo del profeta Isaia ha detto:
(Io sono il Signore: questo è il mio nome; non cederò la mia gloria ad altri, né il mio onore agli idoli.) Isaia 42,8
Questo nostro comportamento malvagio, che è peccato di idolatria, è severamente condannato da Dio Padre, per la trasgressione del secondo comandamento della Legge che Dio ha dato a Mosè.
Il comandamento trasgredito è il seguente:
(Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.) Esodo 20,4
La condanna eterna invece per gli idolatri è la seguente:
(Ma per i vili e gli increduli, gli abietti e gli omicidi, gli immorali, i maghi, gli idolatri e per tutti i mentitori è riservato lo stagno ardente di fuoco e di zolfo. Questa è la seconda morte».) Apocalisse 21,8
Confidare in un idolo significa anche manifestare incredulità riguardo all’esistenza dello Spirito di Dio, rinnegando la sua gloria, la sua Signoria e la verità che gli appartiene, cioè la Sacra Scrittura, andando incontro alla condanna eterna. La seguente citazione del Vangelo ci fa capire questo:
(Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.) Marco 16,14
Quando noi rendiamo culto ad un idolo non significa che stiamo rendendo culto all’uomo rappresentato dall’idolo, ma a Satana, perché l’idolo è un’opera compiuta per volontà del diavolo in contrapposizione alla volontà del Signore, per farci trasgredire il secondo comandamento di Dio sopra citato, provocando all’ira il Signore e per condurci alla dannazione eterna.
Quando noi rendiamo culto ad un idolo non siamo in comunione né con il santo rappresentato né con il Signore, ma con il demonio, perché servendo un idolo stiamo disubbidendo a Dio facendo la volontà del diavolo, quindi stiamo servendo Satana e di conseguenza siamo in comunione con lui.
È chiaro che il Signore punirà con una pena eterna gli idolatri, per aver servito Satana e non il loro Dio.
Il culto dei santi o meglio degli idoli quindi, è una pratica idolatrica al servizio del diavolo, per allontanare l’uomo dalla verità e dalla vera adorazione di Dio per condurlo alla dannazione eterna.
È consigliabile leggere anche il documento “Osservanza dei comandamenti di Dio.pdf”.
Il messaggero di Dio