Serpente di bronzo e cherubini sull’arca della Testimonianza
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Per chi conosce la Sacra Scrittura noi sappiamo che Dio ha ordinato a Mosè la realizzazione di un serpente di bronzo al tempo dell’esodo degli Israeliti e di due cherubini d’oro sull’arca della Testimonianza, la quale doveva contenere le tavole della Legge di Dio data a Mosè.
Queste due immagini di esseri viventi che il Signore ha permesso di realizzare ha purtroppo portato noi uomini a peccare contro di Lui, continuando nei secoli a realizzare immagini di tutto ciò che il Signore ha creato in cielo e in terra, contrariamente alla sua volontà manifestata con il secondo comandamento:
(Non ti farai idolo né immagine alcuna di quanto è lassù nel cielo, né di quanto è quaggiù sulla terra, né di quanto è nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, ma che dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti.) Esodo 20,4
Questo errore non bisognava farlo per i seguenti quattro motivi:
(1)
Il serpente di bronzo è stato realizzato su richiesta del Signore in un periodo precedente alla consegna della Legge di Dio a Mosè, mentre gli Israeliti si trovavano nel deserto, dopo la loro liberazione dalla schiavitù in Egitto, quindi prima di arrivare sul monte Sinai.
La parte della Sacra Scrittura di riferimento è la seguente:
(Gli Israeliti si mossero dal monte Or per la via del Mar Rosso, per aggirare il territorio di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio. Il popolo disse contro Dio e contro Mosè: «Perché ci avete fatto salire dall’Egitto per farci morire in questo deserto? Perché qui non c’è né pane né acqua e siamo nauseati di questo cibo così leggero». Allora il Signore mandò fra il popolo serpenti brucianti i quali mordevano la gente, e un gran numero d’Israeliti morì. Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il Signore e contro di te; supplica il Signore che allontani da noi questi serpenti». Mosè pregò per il popolo. Il Signore disse a Mosè: «Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita». Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita.) Numeri 21,4
Anche se Mosè aveva ricevuto in quel momento l’ordine di realizzare un serpente di bronzo, questo non doveva più accadere dal momento in cui il Signore ha consegnato la sua Legge a Mosè, annullando con il secondo comandamento sopra riportato la possibilità di farci una qualunque immagine.
(2)
Il Signore, per la sua sovranità e anche per il suo diritto di mettere alla prova noi uomini, riguardo alla nostra ubbidienza e timore di Lui, può chiederci tutto e il contrario di tutto, per come accaduto con il serpente di bronzo. Un’altro esempio che dimostra questo è la richiesta di Dio fatta ad Abramo, al quale ha chiesto in olocausto l’unico figlio che aveva, Isacco, chiedendogli di immolarlo in sacrificio a Lui. Questa richiesta di Dio aveva soltanto lo scopo di mettere alla prova l’ubbidienza e il timore di Abramo, infatti il Signore non gli ha permesso di ucciderlo. La conferma di questo ce l’ha data il Signore stesso con la futura Legge data a Mosè, con la quale ci ha comandato di non uccidere ed è lo stesso discorso del serpente di bronzo.
La citazione di riferimento è la seguente:
(Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».) Genesi 22,1
(3)
Al tempo del Re Ezechia, circa sette secoli dopo di Mosè, ci è stato dato il giusto esempio di come bisogna dimostrare al Signore la nostra ubbidienza e timore di Lui. Infatti il Re Ezechia, tra le altre cose, ha distrutto il serpente di bronzo che Dio stesso aveva ordinato di fare sette secoli prima, dimostrando la sua ubbidienza alla volontà di Dio manifestata con il secondo comandamento della Legge data a Mosè.
Addirittura, gli Israeliti avevano anche offerto l’incenso al serpente di bronzo per circa sette secoli, come se quell’oggetto fosse il loro Dio, ma come Ezechia, dobbiamo riconoscere anche noi che non era il serpente di bronzo che aveva il potere di guarire, ma la Parola del Signore.
La parte di riferimento alla Sacra Scrittura è la seguente:
(Nell’anno terzo di Osea, figlio di Ela, re d’Israele, divenne re Ezechia, figlio di Acaz, re di Giuda. Quando egli divenne re, aveva venticinque anni; regnò ventinove anni a Gerusalemme. Sua madre si chiamava Abì, figlia di Zaccaria. Fece ciò che è retto agli occhi del Signore, come aveva fatto Davide, suo padre. Egli eliminò le alture e frantumò le stele, tagliò il palo sacro e fece a pezzi il serpente di bronzo, che aveva fatto Mosè; difatti fino a quel tempo gli Israeliti gli bruciavano incenso e lo chiamavano Necustàn. Egli confidò nel Signore, Dio d’Israele. Dopo non vi fu uno come lui tra tutti i re di Giuda, né tra quelli che ci furono prima. Aderì al Signore e non si staccò da lui; osservò i precetti che il Signore aveva dato a Mosè. Il Signore fu con lui ed egli riusciva in tutto quello che intraprendeva.) 2Re 18,1
Anche Giacobbe circa sette secoli prima di Mosè ha agito correttamente agli occhi del Signore, pur non conoscendo ancora la sua Legge. Infatti dopo aver ricevuto l’apparizione di Dio ha capito di non dover più confidare negli dèi che si erano fatti, che consistevano in immagini di culto più o meno grandi, sotterrandole, anche se la cosa più giusta sarebbe stata quella di distruggerle, per come il Signore ha poi comandato a Mosè e per come ha fatto dopo Ezechia. La Scrittura di riferimento è la seguente:
(Dio disse a Giacobbe: «Àlzati, sali a Betel e abita là; costruisci in quel luogo un altare al Dio che ti è apparso quando fuggivi lontano da Esaù, tuo fratello». Allora Giacobbe disse alla sua famiglia e a quanti erano con lui: «Eliminate gli dèi degli stranieri che avete con voi, purificatevi e cambiate gli abiti. Poi alziamoci e saliamo a Betel, dove io costruirò un altare al Dio che mi ha esaudito al tempo della mia angoscia ed è stato con me nel cammino che ho percorso». Essi consegnarono a Giacobbe tutti gli dèi degli stranieri che possedevano e i pendenti che avevano agli orecchi, e Giacobbe li sotterrò sotto la quercia presso Sichem.) Genesi 35,1
(4)
Anche la realizzazione dei due cherubini sull’arca della Testimonianza è avvenuta in un momento precedente alla consegna della Legge di Dio a Mosè, infatti prima è stata costruita l’arca, per come il Signore ha voluto che fosse e dopo, sempre su ordine del Signore, sono state messe all’interno le due tavole della Legge.
La parte della Sacra Scrittura di riferimento è la seguente:
(Nell’arca collocherai la Testimonianza che io ti darò. Farai il propiziatorio, d’oro puro; avrà due cubiti e mezzo di lunghezza e un cubito e mezzo di larghezza. Farai due cherubini d’oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità del propiziatorio. Fa’ un cherubino a una estremità e un cherubino all’altra estremità. Farete i cherubini alle due estremità del propiziatorio. I cherubini avranno le due ali spiegate verso l’alto, proteggendo con le ali il propiziatorio; saranno rivolti l’uno verso l’altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il propiziatorio. Porrai il propiziatorio sulla parte superiore dell’arca e collocherai nell’arca la Testimonianza che io ti darò. Io ti darò convegno in quel luogo: parlerò con te da sopra il propiziatorio, in mezzo ai due cherubini che saranno sull’arca della Testimonianza, dandoti i miei ordini riguardo agli Israeliti.) Esodo 25,16
Dalla Scrittura sopra riportata si capisce che l’ultima azione compiuta da Mosè per volontà del Signore è stata quella di inserire dentro l’arca della Testimonianza la sua Legge. Questa è da considerare l’ultima volontà manifestata dal Signore, cioè quella di non farci nessuna immagine di tutto ciò che Lui ha creato in cielo e in terra, per come ha stabilito con il suo secondo comandamento.
Un’altra cosa importante da considerare è che la sacralità dell’arca della Testimonianza non dipende dai cherubini d’oro collocati sopra, ma dalla Legge di Dio al suo interno e in assenza di essa l’arca non avrebbe nessun valore. Quindi è più che giusto obbedire alla Sacra Legge di Dio.
Questo ce lo ha fatto capire anche il Signore Gesù in un discorso simile, dicendo:
(Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta?) Matteo 23,16
Gesù, con la sua predicazione da Figlio di Dio ci ha fatto capire molte cose, ma se non ascoltiamo e non mettiamo in pratica il suo insegnamento, commettiamo grossi errori che conducono alla perdizione. Non per niente Gesù ha detto:
(«Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.) Giovanni 14,6
Il messaggero di Dio